Disturbo d’ansia generalizzato
Ogni soggetto sano prova ansia. L’aumento dello stato di vigilanza e la capacità di reagire in maniera positiva in situazioni critiche sono aspetti positivi e funzionali di questa emozione.
Ben diverso è lo stato di preoccupazione quasi costante che caratterizza la persona affetta da disturbo d’ansia generalizzato: accompagnato da irrequietezza, irritabilità, tensione muscolare, sonno disturbato e altri sintomi fisici o psicologici (tremore, scarsa salivazione, nodo alla gola) il disturbo d’ansia generalizzato ha tipicamente un andamento cronico.
Il 5% della popolazione mondiale soffre di questo disturbo (dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), con una maggiore diffusione tra le donne, ma solamente 1/3 del totale decide di rivolgersi a degli specialisti per risolvere il problema.
La persona che ha un disturbo d’ansia generalizzato vive l’ansia come una caratteristica della propria personalità e la maggior parte delle eccessive preoccupazioni fanno parte della quitidianità della vita del soggetto stesso.
I tentativi di alleviare i sintomi portano le persone affette da questo disturbo ad attuare comportamenti quali l’evitamento delle situazioni temute, il tentativo di controllo del pensiero e la distrazione, la richiesta di rassicurazioni per alleviare le rimuginazioni. Tutti questi comportamenti attenuano solo temporaneamente i sintomi dell’ansia per poi rinforzarli in un secondo momento.
In ogni situazione è importante capire se i sintomi siano o meno indice di un disturbo d’ansia generalizzato poiché spesso potrebbero semplicemente essere parte di una condizione medica precaria o essere dovuti all’utilizzo di sostanze psicoattive. Vi è inoltre una differenza significativa tra preoccupazioni normali e patologiche, in cui le rimuginazioni divengono pervasive.
Possibili cause del disturbo d’ansia generalizzato
Tra l’adolescenza ed i 30 anni si ha un graduale esordio di questo disturbo. Vi sono diversi fattori di rischio quali: caratteristiche della personalità, stile di vita o di pensiero (spesso i soggetti sono molto pessimisti o negativi), cambiamenti di vita importanti accompagnati da stress (cambi lavorativi, lutti).
Conseguenze del disturbo d’ansia generalizzato
Eccessive preoccupazioni e persistente stato d’ansia portano ad una diminuzione dell’autostima, abbassamento del livello di attenzione ed una conseguente compromissione della capacità lavorativa delle persone affette da questo disturbo.
Inoltre l’abuso di sostanze come farmaci e droghe può caratterizzare l’estremo tentativo di arginare il problema stesso.
Trattamento del disturbo d’ansia generalizzato
Farmacoterapia e psicoterapia sono riconosciute come le migliori tecniche per un buon trattamento del disturbo. La farmacologia non può però, da sola, risolvere il problema, ma associata ad una terapia psicologia può creare le condizioni favorevoli per un intervento efficace.
Il trattamento cognitivo-comportamentale è uno dei trattamenti più efficaci per il disturbo d’ansia generalizzato e può essere utilizzato individualmente o in gruppo (il gruppo permette al soggetto di sentire una condivisione di vissuti con altre persone che si trovano nelle stesse difficoltà).
Protocollo di trattamento cognitivo-comportamentale:
• ricostruzione della storia del disturbo (primi episodi in cui si è manifestato e descrizione dettagliata della condizione attuale);
• formulazione dello schema di funzionamento del disturbo, a partire dall’analisi di recenti episodi nei quali la persona si è sentita preoccupata e ansiosa;
• formulazione di un contratto terapeutico, che contenga, in particolare, obiettivi condivisi da paziente e terapeuta e i loro rispettivi compiti (es. compiti a casa per il paziente);
• psicoeducazione, che consiste nel fornire al paziente informazioni relative al ruolo che hanno le credenze sulle preoccupazioni nell’insorgenza e nel mantenimento del disturbo;
• individuazione dei pensieri disfunzionali (es. giudizi sulle preoccupazioni) alla base del disturbo e discussione rispetto a tali valutazioni;
• apprendimento di tecniche per la gestione dei sintomi dell’ansia;
• esposizione graduale ai pensieri ed agli stimoli temuti ed evitati;
• prevenzione delle ricadute (accettazione da parte del soggetto della possibilità che i sintomi possano ripresentarsi e ricorso agli strumenti acquisiti in terapia per fronteggiare il momento di crisi).