Depressione unipolare

Depressione unipolare

Depressione

Depressione ed euforia sono i componenti affettivi fondamentali dei disturbi dell’umore. Se si alternano momenti di depressione e di euforia si parla di “disturbo bipolare”. Se si presenta solo un abbassamento del tono dell’umore si parla di “depressione unipolare”.
La tristezza fa parte della vita quotidiana e va distinta dalla depressione clinica (come la gioia dall’euforia patologica). La tristezza, se non è troppo intensa, può anche essere utile alla persona, può condurla a capire se ha bisogno di qualcosa e può spingerla a trovare delle soluzioni ai problemi. La tristezza, o depressione normale, è una risposta universale dell’uomo di tipo adattativo, che permette un ritiro che preservi le risorse interiori (per esempio ad anniversari significativi, durante la fase premestruale e nelle prime 2 settimane dopo un parto). Sono reazioni normali, se non sono troppo intense o prolungate nel tempo.
Il cordoglio (lutto normale), prototipo della depressione reattiva, si presenta in risposta a separazioni e perdite (morte, delusioni amorose, abbandono, emigrazione forzata, catastrofi). Si manifesta con sintomi d’ansia come insonnia, agitazione, iperattività del sistema nervoso autonomo. In genere le separazioni e le perdite non causano una depressione clinica, eccetto che nelle persone predisposte a un disturbo dell’umore.
L’euforia è a volte considerata una difesa contro la depressione, come negazione del dolore di una perdita (una rara forma di reazione al lutto in cui un’iperattività euforica può sostituire completamente il cordoglio). Nei soggetti predisposti tali reazioni possono condurre alla mania.
Una depressione paradossale può far seguito a eventi positivi (successo o avanzamenti di carriera), associati a maggiori responsabilità da affrontare da soli.
Si parla quindi di depressione (o di mania) quando la tristezza (o l’euforia) sono intense, permangono a lungo o insorgono senza un fattore stressante. I sintomi e i segni si raggruppano in sindromi distinte che recidivano o perdurano senza remissione.
La depressione e la mania cliniche causano una vera compromissione delle funzioni fisiche, sociali e lavorative.

Depressione Unipolare

La depressione unipolare si può manifestare a diversi livelli di intensità. La forma più intensa è denominata “depressione maggiore” e può manifestarsi con diversi livelli di severità. Le forme gravi sono caratterizzate da un numero più elevato di sintomi, una maggiore intensità e durata nel tempo della sintomatologia ed una maggiore compromissione delle attività quotidiane.
Si tratta di uno dei disturbi psicologici più diffusi nella popolazione e può colpire indipendentemente dall’età, dal sesso, dal livello culturale e dallo status socioeconomico. Si manifesta nel 25% delle donne e nel 12% degli uomini.
Chi ha avuto un episodio di depressione ha maggiori probabilità che si ripresentino altri episodi depressivi.

Come si manifesta la depressione

A chi è depresso sembra che tutto sia opaco e difficile da affrontare, anche alzarsi dal letto al mattino, e che gli altri non possano comprendere il proprio stato d’animo e che siano ottimisti inutilmente.
I sintomi fisici più comuni sono: perdita di energie, senso di fatica, disturbi della concentrazione e della memoria, agitazione motoria e nervosismo, perdita o aumento di peso, insonnia o ipersonnia, mancanza di desiderio sessuale, dolori fisici, senso di nausea, visione offuscata, eccessiva sudorazione, senso di stordimento, accelerazione del battito cardiaco, vampate di calore o brividi di freddo.
Le emozioni tipiche sono: tristezza, angoscia, disperazione, senso di colpa, mancanza di speranza, perdita di interesse, irritabilità e ansia.
I sintomi comportamentali si manifestano come: riduzione delle attività, difficoltà nel decidere e nel risolvere problemi, isolamento sociale, passività, riduzione dell’attività sessuale e tentativi di suicidio.
Le persone assumono regole o “filosofie di vita” disadattive, rigide, in riferimento a “doveri” che sentono di dover assolvere per rispettare i propri valori. Presentano aspettative irrealistiche rispetto a standard eccessivamente elevati sia nei confronti di se stessi che degli altri: proibizione di fare errori, di avere conflitti e obbligo di essere di buon umore. Convinzione di non meritare nulla e accettazione di quello che viene loro concesso.
I pensieri spontanei rispecchiano la visione negativa che queste persone hanno di sé, del mondo e del futuro (pensieri automatici negativi), amplificano gli aspetti negativi e minimizzano quelli positivi. Il più delle volte il soggetto si focalizza solo sui propri difetti e si percepisce non amabile, incapace, fallito, stupido, brutto, debole o cattivo.
Chi soffre di depressione unipolare assume alcuni comportamenti che favoriscono lo sviluppo di circoli viziosi e mantengono nel tempo l’umore depresso: la diminuzione dell’attività lavorativa, del contatto con nuove esperienze e di attività ricreative riduce la probabilità di provare emozioni piacevoli e di modificare le idee negative. Questo evitamento mantiene la depressione. Spesso accade che le persone depresse smettano di uscire, trascorrano il tempo in attività passive (guardare la televisione e stare a letto) rimuginando sui propri problemi ed assillando amici e conoscenti riguardo a sé stessi.

Come capire se si soffre di depressione

La depressione necessita di un intervento clinico quando i suoi sintomi sono molto intensi, provocano una forte sofferenza e durano da molto tempo (più di 6 mesi). Nella depressione “clinica” sono presenti autocritica, sensi di colpa, disperazione, mancanza di speranza verso il futuro, pessimismo eccessivo e pensieri di morte.
Per sapere se una persona è “clinicamente” depressa inoltre bisogna prendere in considerazione i motivi e le cause della sua depressione: per ricevere una diagnosi seria ed accurata è necessario rivolgersi a persone qualificate.

Cause

Alla base del disturbo vi sarebbero diversi fattori di tipo biologico, ambientale e psicologico. Alcuni studi hanno dimostrato che vi è una componente genetica (fattori biologici) che può favorire o meno lo sviluppo di un quadro depressivo, ma che sola non spiega lo sviluppo della patologia. I fattori ambientali possono influenzare lo sviluppo di un quadro depressivo: l’educazione ricevuta, gli eventi vissuti (esperienze familiari, scolastiche e amicali). Esperienze precoci negative possono facilitare lo sviluppo di una vulnerabilità acquisita alla depressione. I sintomi depressivi possono derivare anche da esperienze frustranti transitorie o da condizioni di vita continuativamente sfavorevoli.
Il modo in cui la persona interpreta gli eventi e mobilita le risorse per far fronte ad essi (fattori psicologici) riveste un ruolo cruciale: le cause elencate non portano necessariamente alla depressione.

Conseguenze

L’attività scolastica o lavorativa della persona può diminuire in quantità e qualità soprattutto a causa dei problemi di concentrazione e di memoria. Il ritiro sociale a sua volta porta problemi di tipo relazionale con partner, figli, amici e colleghi. L’umore depresso condiziona il rapporto con se stessi e con il proprio corpo.

Differenti tipi di trattamento

Gli studi scientifici indicano che attualmente le cure più efficaci per la depressione sono il trattamento farmacologico, la psicoterapia interpersonale e la psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Nessuna prova di efficacia indica uno di questi trattamenti come migliore: trattamenti differenti e combinazioni di questi possono essere più o meno adatti. Psicoterapie e trattamenti combinati (psicoterapia associata alla farmacoterapia) risultano essere più efficaci nella prevenzione delle ricadute rispetto al solo trattamento farmacologico. Nei casi in cui il quadro depressivo risulti particolarmente grave è necessario ricorrere a più trattamenti contemporaneamente (es. interventi di supporto, psicoterapia, farmacoterapia) e eventualmente a ricoveri ospedalieri.
Il trattamento farmacologico è cruciale soprattutto nelle forme gravi. In alcuni casi possono presentarsi effetti collaterali, alcuni dei quali possono diminuire nel corso del trattamento. La prescrizione dei farmaci può essere fatta solo da un medico, meglio se psichiatra.
La terapia interpersonale (IPT) è, insieme alla terapia cognitivo-comportamentale, la psicoterapia più efficace. E’ una psicoterapia breve (12-16 sedute) focalizzata sui sintomi attuali del paziente, sugli eventi della vita e sui rapporti interpersonali. L’obiettivo specifico è il funzionamento sociale, che influirebbe positivamente sulla formazione dei sintomi; a causa della brevità del trattamento non interviene sulla personalità. Questo tipo di terapia attualmente non è molto diffuso in Italia.
La terapia cognitivo-comportamentale, insieme alla terapia interpersonale, è la più efficace nella cura della depressione. Diversi studi evidenziano che circa il 75% dei pazienti ha una significativa diminuzione dei sintomi entro le prime 20 sedute. Se alla psicoterapia è associato un trattamento farmacologico la riduzione della sintomatologia si verifica nell’85% dei casi. Il terapeuta, con numerose e specifiche tecniche cognitivo-comportamentali, si focalizza soprattutto sui modi in cui il soggetto interpreta gli eventi, vi reagisce e valuta sé stesso: si propone di aiutare il paziente ad identificare e modificare i pensieri negativi che ha su se stesso, sul mondo e sul futuro. Il cambiamento nel modo di pensare porterà ad una regolazione del tono dell’umore e a modificazioni dei sintomi, che a loro volta influiranno positivamente sui pensieri. La modificazione dei comportamenti problematici (es. isolamento sociale) avrà un effetto benefico sui pensieri e sulle emozioni della persona. In questo modo è possibile interrompere i circoli viziosi che mantengono la depressione nel tempo.

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