Psicologia dello sport

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Area Psicologia Sportiva

Referente: Dott.ssa Elisa Morosi Psicologa e Psicoterapeuta Cognitiva
Master in psicologia dello Sport

L’equipe di Area Psicologia Sportiva è specializzata nella preparazione mentale di atleti o di gruppi squadra, attraverso la gestione e l’ottimizzazione delle risorse degli atleti stessi, a partire dai settori giovanili fino all’alto livello agonistico.

È ormai stato chiarito ed appurato che in qualsiasi disciplina sportiva il buon risultato è dato dalla somma di preparazione fisica, abilità tecnica/tattica e preparazione mentale: ciò significa che le gare vengono vinte o perse anche per fattori legati allo stato d’animo o alla concentrazione del momento.

Grazie agli studi svolti su atleti di alto livello si è compreso che ciò che permette il raggiungimento di buone performance è l’inserimento della preparazione mentale nell’allenamento dei campioni e che le abilità mentali possono essere allenate come quelle fisiche.

L’allenamento mentale implica tre fasi:

  • Educazione: che consente all’atleta di sviluppare la consapevolezza di come le abilità mentali influenzano la prestazione, riconoscerne l’allenabilità e imparare a svilupparle;
  • Acquisizione:  permette l’apprendimento delle tecniche e delle strategie necessarie allo sviluppo delle abilità mentali,
  • Pratica: ossia una fase di allenamento mirata all’automatizzazione delle abilità mentali e al loro trasferimento in gara.

partenzaLe abilità mentali che si possono allenare si dividono in abilità di base (motivazione; autoconsapevolezza; autostima e fiducia in sé stessi), abilità di prestazione ( ottimizzazione del livello di attivazione psicofisica; gestione ottimale dell’attenzione) e abilità facilitatorie (capacità di relazione interpersonale, gestione dello stile di vita).

Chi si occupa di allenare le abilità mentali è lo psicologo dello sport che, con le proprie competenze e le tecniche di preparazione mentale, è il professionista che può affiancare atleti a partire dal settore giovanile fino all’alto livello, potendo gestire momenti e fasi diverse della carriera sportiva, quali i passaggi di categoria, gli insuccessi, gli infortuni, l’abbandono, ecc..

Lo psicologo dello sport si propone anche come un eventuale valido punto di riferimento per gli allenatori, affiancandoli nella gestione dell’atleta per quanto concerne alcuni aspetti che esulano dalla preparazione fisica, come ad esempio la comunicazione e alcuni aspetti della relazione con gli atleti.

Anche la dirigenza può efficacemente avvalersi di questa figura professionale, in quei momenti in cui la gestione del gruppo si rende più difficoltosa, oppure quando il conflitto tra o con atleti, allenatori e colleghi rischia di minare l’equilibrio societario.

 

Fasi e tecniche della preparazione mentale

A seconda delle necessità dell’atleta, del gruppo squadra, dello staff tecnico, della società si valutano le fasi e le tecniche utili da mettere in programma.

 

Fase diagnostica

Serve per avere un quadro generale delle caratteristiche psicologiche e di alcuni aspetti cognitivi dell’atleta. Si utilizzano test e questionari, il cui risultato serve a creare una base-line rispetto alle caratteristiche rilevate.

 

Fase centrale del lavoro: principali tecniche di preparazione mentale

– Gestione dell’ansia: l’ansia è di per sé un’emozione funzionale che ci permette di affrontare una situazione potenzialmente pericolosa con l’efficacia necessaria. In ambito sportivo ciò significa che l’ansia prima di una gara funge da attivatore di tutti i meccanismi fisici e mentali (muscoli pronti e scattanti, organi vitali pronti allo sforzo, attenzione e concentrazione sul momento, richiamo alla memoria di tutte le informazioni necessarie per affrontare gli avversari, motivazione alla vittoria) che permettono all’atleta di superare con buoni risultati la competizione.

Senza una buona preparazione mentale, in particolari momenti di stress, stanchezza o altro, l’ansia può aumentare di livello e trasformarsi in un freno al raggiungimento degli obiettivi: si parla quindi di ansia disfunzionale. Quando l’attivazione è eccessiva il nostro corpo e la nostra mente invece che agire si bloccano, invece di riuscire a superare l’ostacolo, nel nostro caso la gara, lo temono e si dimentica momentaneamente il lavoro fatto per vincere.

Attraverso tecniche specifiche, sia comportamentali (esercizi specifici e pratici) che cognitive (lavori sul pensiero, allenamento al self talk positivo, esercizi di concentrazione) è possibile allenarsi a gestire in modo funzionale l’ansia.

 

– Gestione dello stress: per “stress” si intende una risposta non specifica di attivazione fisiologica, comportamentale e cognitiva  del nostro organismo atta ad affrontare le richieste dell’ambiente.

Così come si è detto per l’ansia, una dose di stress è fondamentale per affrontare la competizione. Laddove però l’evento stressante diventa eccessivamente intenso, ripetitivo e duraturo porta all’aumento di ansia e quindi all’incapacità di gestire la situazione.

Grazie alla preparazione mentale è possibile migliorare la capacità di riconoscere gli stimoli stressanti, di affrontarli e di trasformare il distress (attivazione eccessiva e poco organizzata) in eustress (livello di attivazione con attenzione, concentrazione e azione equilibrate e funzionali).

 

– Gestione dell’errore: si parla di sport e quindi di competizione sportiva grazie alla possibilità di sbagliare, di  commettere degli errori. Ciò significa che gli atleti devono imparare il prima possibile ad accettarlo e a saperlo fronteggiare. Lo stato ideale per ottenere la miglior prestazione è quello in cui il giocatore è calmo, rilassato, orientato al presente, non preoccupato della tecnica, divertito ed energico.

Questo stato può essere perso durante la competizione proprio per la difficoltà nell’accettazione e nella gestione di uno sbaglio ed è quindi fondamentale trovare una modalità funzionale di affrontare questi momenti.

 

– Self talk e pensiero positivo: Imparare ad orientare in modo produttivo il contenuto del proprio pensiero diventa fondamentale per ottenere una buona prestazione sportiva: avere pensieri positivi ed orientati al compito permette di incrementare il livello di autoefficacia e di sicurezza in se stessi.

Il dialogo interiore, o self talk consiste in una verbalizzazione interna spontanea costituita dall’insieme di credenze e aspettative che ogni atleta sviluppa riguardo alla propria efficacia competitiva.

Se esso è positivo, focalizzato sulle proprie reali capacità permette agli sportivi di influenzare positivamente la prestazione.

Da ciò si evince la necessità che l’atleta impari a sviluppare l’abilità di riconoscere e controllare il proprio linguaggio interiore  in modo da saper modificare i propri pensieri e atteggiamenti negativi e non produttivi.

Grazie all’utilizzo di parole stimolo è possibile avere un maggior controllo del comportamento e ottimizzare l’esecuzione del gesto tecnico, la self efficacy e il livello ottimale della performance.

 

– Goal setting (lavoro per obiettivi): comprendere bene che cosa si vuole ottenere, in quanto tempo e con quale strategia accresce notevolmente le possibilità di avere successo. È importante fare chiarezza sulle scelte che si fanno e sul processo decisionale che le accompagna e sulle caratteristiche personali che entrano in gioco quando si va verso un obiettivo (per esempio quanto ci si sente efficaci, quanto si crede nelle proprie possibilità,quanto ci si scoraggia davanti ad un ostacolo,…)

 

– Training propriocettivo e rilassamento: l’obiettivo del training propriocettivo è quello di portare l’atleta ad apprendere ed affinare gradualmente la percezione dei segnali del corpo e raggiungere una buona consapevolezza di ciò che accade dal punto di vista fisiologico; l’obiettivo del rilassamento è invece valutare il livello di attivazione al fine di gestire stati d’ansia e di tensione psicofisica.

 

– Incremento della concentrazione: allenare la concentrazione significa dirigere e mantenere l’attenzione su di un compito per una corretta esecuzione incrementando le capacità di selezionare gli stimoli su cui focalizzare l’attenzione, escludendo quelli irrilevanti; di dirigere l’attenzione al momento opportuno verso le informazioni pertinenti; di mantenere l’attenzione sugli stimoli rilevanti.

 

– Visualizzazione e allenamento ideomotorio: la visualizzazione è la capacità di immaginare situazioni e percepire sensazioni in assenza di stimolo reale. Nell’allenamento ideomotorio si utilizza quindi la visualizzazione per avere una rappresentazione mentale sistematicamente ripetuta e cosciente dell’azione motoria o della sequenza di azioni che deve essere appresa, perfezionata o stabilizzata, senza che vi sia una esecuzione reale, visibile esternamente, di movimenti parziali o globali.

Il Flow: per flow si intende uno stato psicologico durante la prestazione atletica caratterizzato da un completo coinvolgimento delle risorse attentive sull’attività in corso, da un’assoluta percezione di controllo, da uno stato emotivo positivo e dalla destrutturazione del tempo.

Non necessariamente il flow corrisponde ad una performance con risultati eccellenti, ma è piuttosto un momento della carriera sportiva in cui ci si sente un tutt’uno con la disciplina che si pratica.

Attraverso un buon allenamento mentale è possibile favorire il raggiungimento di questo stato mentale e soprattutto di richiamarlo alla memoria nei momenti di difficoltà e crisi sportiva.

 

Fase di trattamento di aspetti specifici: infortunio e ripresa

Area Psicologia Sportiva SaronnoSubito dopo un infortunio, magari di una certa entità, è necessario un periodo di riposo e convalescenza in cui l’atleta si sottopone a cure mediche e fisioterapiche, ma non può praticare la sua disciplina sportiva. Durante questo tempo in cui l’atleta è impossibilitato a compiere i gesti tecnici specifici è possibile aiutarlo a non perdere l’allenamento attraverso la visualizzazione guidata del gesto stesso.

Per preparare il ritorno in campo, inoltre, è spesso necessario aiutare l’atleta a gestire la paura del dolore e dell’infortunio stesso che potrebbero accompagnarlo anche una volta che è stato dichiarato idoneo a riprendere l’attività dal punto di vista strettamente medico. A questo scopo abbiamo a disposizione tecniche specifiche – come quella dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) – che aiuta l’atleta a rielaborare gli aspetti traumatici dell’infortunio.

 

Per informazioni sui servizi di Area Psicologia Sport:

Dott.ssa Elisa Morosi – Referente (N albo O.P.L. 11452)
Psicologa e Psicoterapeuta Cognitiva
Master in psicologia dello Sport
Tel. 349.3745030  Mailelisa.morosi@centrocognitivo.it

Dott.ssa Sara S. Carnelli – Responsabile della sede (N albo O.P.L.)
Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

 

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